1- Traduzione specializzata di testi teatrali
Note sul metodo di lavoro
2- Lo studio e la consapevolezza
Il secondo grado dei lavori prevede un'impresa di studio dei lessici specialistici e dei tecnicismi presenti nel testo. Chi traduce non deve solo conoscere in maniera approfondita la lingua di arrivo ma deve conoscere bene la materia: si tratta di curare un approfondimento dell’ambito comunicativo richiamato dal testo. La cura del proprio personale bagaglio culturale rispetto all’argomento trattato è foriera di consapevoli scelte linguistiche e traduttologiche.
3- Dal testo alla drammaturgia: una questione interculturale
La terza fase di lavoro è la più specialistica perché riguarda la pregnanza performativa. Il testo finale deve essere in grado di sopravvivere in scena. Si tratta di ragionare sulla scelta delle parole e dei costrutti sintattici in previsione di una loro vita teatrale, una vita inscritta nel movimento e nella voce dei corpi e che non afferisce soltanto alla competenza linguistica ma ad una conoscenza più specifica del movimento, del suono, della storia e del portato emozionale della parola di una lingua.
4- La supervisione di un madrelingua
Un madrelingua è in possesso di una competenza di riconoscimento dei codici espressivi, delle sfumature dialettali e delle trasformazioni nel tempo e nello spazio di una cultura linguistica. La sua valutazione finale è fondamentale per una traduzione che abbia come obiettivo la rappresentazione.
Profilo professionale di Flavia Gallo
“Circolare, per ragioni diverse e necessariamente impure, è nella natura stessa della letteratura così come la intendiamo oggi – correttamente, credo. La traduzione è il sistema circolatorio delle letterature del mondo. La traduzione letteraria è, a mio parere, un compito squisitamente etico, che rispecchia e duplica il ruolo della letteratura stessa, vale a dire quello di ampliare le nostre simpatie; educare il cuore e la mente; creare una vita interiore; assicurare e approfondire la consapevolezza (con tutte le sue conseguenze) che altre persone, diverse da noi, esistano davvero.”
Susan Sontag, Tradurre
letteratura, Archinto, Milano 2004
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